La storia



L'Italia fu rapida nell'accogliere la promettente novità del cioccolato: infatti già alla metà del Cinquecento, pochi anni dopo l'arrivo in Spagna di Cortés e del suo primo carico di semi di carico, il re Emanuele Filiberto ne introdusse il consumo alla corte sabauda.
Nel 1678 a Torino venne rilasciata la prima patente regia di "cioccolatiere" a Giò Battista Arri, che ne aveva rivolto "graziosa supplica" alla regina.
In qualche modo c'entrano i piemontesi anche nella nascita del cioccolato al latte: fu infatti a Torino che apprese i segreti dell'arte cioccolatiera lo svizzero Cailler, l'inventore del cioccolato al latte, realizzato con il colpo di genio di unire al cioccolato la farina lattea. I cioccolatieri fiorentini intanto si specializzavano in raffinate ricette di cioccolato profumato al gelsomino o agli agrumi, e quelli siciliani si sbizzarrivano ad aromatizzarlo con spezie esotiche, mentre quelli bolognesi si apprestavano a creare gli strepitosi cremini, e altri ancora elaboravano morbide creme fluide e spalmabili, oppure progettavano i baci famosi in tutto il mondo... costruendo tutti insieme un vero patrimonio nazionale di cultura e di bontà.


In base alle ricostruzioni storiche, sembra che i Maya siano stati gli scopritori e i primi coltivatori del cacao; secondo una leggenda azteca, la pianta fu donata dal dio Quetzalcoatl per alleviare gli esseri umani dalla fatica. Gli europei scoprirono i semi del cacao, quando, Cristoforo Colombo li ricevette in dono, durante il suo quarto viaggio, presso l'isola di Guanaja.[3]

Nella civilta' azteca erano considerati un bene di lusso, e venivano importati per il fatto che la pianta non cresceva sul territorio dell'impero. Il consumo del cacao era una prerogativa dei ceti alti (nobili, guerrieri e sacerdoti), e rappresentava uno dei cardini della cucina azteca.

I semi di cacao erano talmente preziosi da venire adoperati anche come moneta. Da ciò il primo nome del cacao (Amygdalae pecuniariae ovvero mandorla di denaro) poi sostituito da Linneo in Theobroma cacao o cibo degli dei. Le fonti del tempo narrano anche di frequenti contraffazioni effettuate riempiendo i gusci vuoti con sporcizia o fango. Proprio dal termine azteco in lingua nahuatl xocoatl deriva la parola "cioccolato". I semi di cacao arrivano in Europa solo con Ferdinando Cortez nel 1528. Qui la bevanda ottiene il successo solo con l’aggiunta di zucchero, anice, cannella e vaniglia. Nel 1606 il cioccolato si produce anche in Italia, a Firenze e Venezia. Nel 1678 Antonio Ari ottiene dai Savoia il permesso di vendere la cioccolata ‘in bevanda’. Alla scuola torinese di cioccolato si forma Francois-Luis Cailler che nel 1819 fonda la prima fabbrica svizzera di cioccolato a Vevey. Nel 1802 il genovese Bozelli costruisce una macchina per raffinare la pasta di cacao. Nel 1828 l’olandese van Houten separa il burro di cacao. Nel 1865 a Torino Caffarel mescola cacao e nocciole producendo il cioccolato gianduja. Nel 1878 lo svizzero Daniel Peter mescola il latte al cacao producendo il cioccolato al latte. Nel 1879 a Berna Rodolphe Lindt produce il cioccolato fondente. Nel 1923 a Chicago Frank Mars inventa la barretta al cioccolato.

Fonte: Wikipedia


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